Rapporto di AXA: aziende italiane poco interessate alla salute mentale dei propri collaboratori

La salute mentale è ancora un ambito piuttosto trascurato quando si fa riferimento al benessere di un individuo: infatti, i dati a livello globale evidenziano che il 32% della popolazione presenta una forma di disturbo mentale. Un quadro preoccupante anche per l’Italia, dove tale percentuale è sì al 28%, ma cresce rispetto allo scorso anno di ben 6 punti. I disturbi più comuni riscontrati in ambito nazionale sono l’ansia, con il 14%, seguita dalla depressione con il 12%. Inoltre, nel 2023, il 60% degli italiani,  in particolare le donne e i giovani, ha dichiarato di aver affrontato almeno una difficoltà personale.

Tale constatazione di trascuratezza di questo tema vale ancora di più quando si fa riferimento al luogo di lavoro, come dimostrato dai dati contenuti nella quarta edizione del rapporto “Mind health”, realizzato da Axa. L’indagine sul benessere mentale in esso contenuta è stata condotta da Ipsos, che ha intervistato un campione di 16 mila persone in 16 Paesi del mondo.

Ciò che emerge da questa nuova edizione del report è la scarsa consapevolezza sul tema del benessere mentale e sull’importanza di un supporto professionale, e la crescita del trend relativo all’autodiagnosi e alla gestione autonoma dei disturbi.

In particolare, l’88% degli italiani valuta la propria condizione mentale come buona o media, mentre il 26% della popolazione italiana manifesta sintomi riconducibili a depressione, ansia o stress in forma grave o molto grave. Rispetto al 2022, il numero di diagnosi effettuate da professionisti è in calo, mentre salgono significativamente le diagnosi fatte in autonomia/su Internet (+8%).

Sul fronte della gestione e della cura, il 44% degli italiani ha scelto di auto-gestire disturbi relativi al benessere mentale, un trend in aumento di 7 punti rispetto al 2022 e più diffuso rispetto al resto del Mondo (40%). Inoltre, il 33% degli italiani sospettati di soffrire di depressione, ansia o stress non ha visto un medico quest’anno.

Occorre poi sottolineare che in Italia il 76% dei lavoratori sta manifestando almeno un disturbo collegabile al lavoro, tra cui stanchezza, perdita di energie e di interesse, disturbi del sonno, stress e ansia.

Il disimpegno è uno dei primi campanelli di allarme che le aziende dovrebbero prendere in considerazione: il 62% degli italiani pianifica di dedicare meno energie al lavoro, mentre il 44% sta pensando di lasciare o cambiare impiego. Detto ciò, l’Italia è il Paese con il minor numero di assenze per malattia: il 16% contro il 22% della media europea. 

Il 56% dei lavoratori italiani afferma di sapere dove trovare aiuto e supporto in caso di difficoltà e la sfera personale e familiare è messa al primo posto nella ricerca di una soluzione. Solo una minoranza, ovvero il 25% dei lavoratori, chiederebbe aiuto alla propria azienda e al proprio responsabile o a uno specialista (32%).

 

La Redazione

Source: Aboutpharma