Payback dispositivi medici: via libera dalla Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale si è pronunciata a favore del sistema del payback per il settore dei dispositivi medici che, secondo quanto scritto nelle sentenze emesse a riguardo, presenta di per sé diverse criticità ma non risulta essere né irragionevole né sproporzionato. La Corte si è pronunciata con due sentenze (n. 139 e n. 140) sul meccanismo del payback che, secondo i giudici della Consulta, pone a carico delle imprese un 

“contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico finanziaria di grave difficoltà”. 

Il meccanismo del payback è regolato da diverse norme di legge: la disciplina principale è contenuta nell’art. 9-ter del decreto legge n. 78 del 2015, e vi sono poi le norme contenute nell’art. 8 del decreto legge n. 34 del 2023.

Le disposizioni del DL 78/2015 stabiliscono un tetto alla spesa regionale per i dispositivi medici: se la regione supera il tetto, le imprese che forniscono i dispositivi ai Servizi sanitari regionali sono tenute a contribuire parzialmente al ripiano dello sforamento. Il DL 34/2023 prevede l’istituzione di un fondo statale da assegnare pro-quota alle regioni che nel menzionato periodo abbiano superato il tetto di spesa. Il provvedimento, inoltre, prevede la possibilità per le imprese fornitrici dei dispositivi di versare solo il 48 per cento della rispettiva quota di ripiano, a condizione che rinunciassero a contestare in giudizio i provvedimenti relativi all’obbligo di pagamento.

La sentenza ha rilevato che il payback presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta essere irragionevole. Esso, infatti, pone a carico delle imprese per il periodo 2015-2018 un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico finanziaria di grave difficoltà. Il meccanismo non risulta neppure sproporzionato, alla luce della significativa riduzione al 48 per cento dell’importo originariamente posto a carico delle imprese, ora riconosciuta incondizionatamente a tutte le aziende.

 

La Redazione

Source: Quotidianosanità.it