Pare un dato di fatto che il virus Sars-Cov2 in questa stagione invernale sia entrato in concorrenza con gli virus influenzali stagionali, ma il basso (per fortuna) numero di persone colpite dell’influenza nella stagione 2020/21 (ancora in corso) sta avendo un effetto diretto sul mercato dei dei farmaci senza ricetta. Infatti, secondo i dati in possesso di Assosalute, per sop e otc il 2020 è stato l’anno peggiore degli ultimi tre lustri, con un calo del 6,6% a valori (con un giro d’affari che si ferma poco sopra i 2,3 miliardi di euro), e dell’8,8% a volumi (con 245 milioni di confezioni vendute).
In particolare, il mese di Dicembre 2020 ha registrato una contrazione del 25,2%, dovuta in gran parte al tracollo nelle vendite dei farmaci per le affezioni dell’apparato respiratorio (la prima classe terapeutica tra i senza ricetta per quota di mercato), pari a quasi il 50% rispetto all’anno precedente.
Esaminando i dati nel dettaglio, gli otc chiudono il 2020 in calo del 9,2% a volumi e del 6,8% a valori, mentre il calo dei sop è leggermente più contenuto con -7,5% a confezioni vendute e -5,8% a valori. Da segnalare, invece, che i cosiddetti notificati a connotazione farmaceutica, che il pubblico tende spesso a confondere con i farmaci di libera vendita, sono riusciti complessivamente a restare stabili, con una perdita dello 0,3% sul lato dei consumi (oltre 292 milioni di confezioni vendute) e una lieve crescita dello 0,5% nei valori (4,3 miliardi di euro).
Le quote di mercato dei diversi canali di vendita non hanno subito variazioni, con la farmacia che assorbe il 90% delle vendite a volumi e quasi il 92% a valori. Inoltre, la pandemia ha dato impulso alla crescita delle catene di farmacie e parafarmacie e, come osserva Assosalute accresciuto le vendite online di sop-otc. Tuttavia, il mercato online dei farmaci “no prescription”, seppure abbia registrato una crescita imponente, con +136% a volumi e +145% a valori soltanto nel 2020, per un giro d’affari di circa 41,5 milioni di euro, rappresenta una quota ancora esigua sul fatturato totale del comparto (circa l’1,8%).
Dino Biselli
Source: Pharmacyscanner