Corte di Giustizia UE accoglie parzialmente i ricorsi contro mancata trasparenza dei contratti Covid

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha decretato l’annullamento di alcune decisioni assunte dalla Commissione Europea in merito alla stipula dei contratti di acquisto di vaccini contro il Covid-19 avvenuta nel 2020 e nel 2021 tra la Commissione e alcune imprese farmaceutiche. Infatti, il tribunale ha stabilito che la condotta della Commissione Europea non è stata improntata alla piena trasparenza, in quanto non ha concesso al pubblico un accesso “sufficientemente ampio” ad alcune informazioni contenute proprio nei contratti di acquisto dei vaccini.

In particolare, la Corte di Giustizia si è pronunciata sulla riservatezza apposta alle clausole dei contratti relative all’indennizzo delle imprese farmaceutiche da parte degli Stati membri per eventuali risarcimenti che esse dovrebbero pagare in caso di difetto dei loro vaccini. Il tribunale sottolinea che il produttore è responsabile del danno causato da un difetto del suo prodotto e la sua responsabilità non può essere soppressa o limitata, nei confronti del danneggiato, da una clausola esonerativa o limitativa di responsabilità ai sensi della direttiva 85/374 2. 

La Corte ha rilevato che nessuna disposizione della direttiva 85/374 vieta a un terzo di rimborsare gli importi pagati a titolo di risarcimento da un produttore a causa della difettosità del suo prodotto. Il tribunale ricorda che la ragione per la quale le clausole relative all’indennizzo sono state integrate nei contratti 3, vale a dire compensare i rischi corsi dalle imprese farmaceutiche connessi all’abbreviazione del termine di messa a punto dei vaccini, era stata avallata dagli Stati membri 4 ed era di dominio pubblico. In aggiunta, la Commissione non ha dimostrato che un accesso più ampio a tali clausole avrebbe effettivamente arrecato pregiudizio agli interessi commerciali di tali imprese.

Il tribunale inoltre si è pronunciato sulla tutela della vita privata delle persone invocata dalla Commissione per negare parzialmente l’accesso alle dichiarazioni di assenza di conflitto di interessi dei membri della squadra negoziale per l’acquisto dei vaccini. La Corte ritiene che i privati interessati abbiano debitamente dimostrato il fine specifico di servire l’interesse pubblico con la divulgazione di dati personali di tali membri, in quanto utili per verificare la sussistenza di una situazione di conflitto di interessi. Infine, il Tribunale afferma che la Commissione non ha preso sufficientemente in considerazione tutte le circostanze pertinenti al fine di soppesare correttamente gli interessi in gioco, connessi all’assenza di conflitto di interessi e a un rischio di pregiudizio alla vita privata degli interessati.

La Commissione UE ha dichiarato di prendere atto delle sentenze del Tribunale su queste due cause e che studierà attentamente le sentenze e le loro implicazioni.

 

La Redazione

Source: Il Sole 24 Ore Sanità