In un’analisi condotta a Dicembre 2020 dagli Osservatori del Politecnico di Milano sulla Connected Care risulta che, dopo lo scoppio della pandemia, il 73% degli italiani dichiara di utilizzare internet regolarmente per cercare informazioni su farmaci e terapie, il 74% per capire problemi di salute e malattie, il 62% per formulare diagnosi sulla base dei propri sintomi e il 79% per capire come migliorare il proprio stile di vita.
Partendo da questo presupposto, Capterra ha condotto un sondaggio per comprendere il grado di adozione e propensione dei cittadini nei confronti della telemedicina che ha coinvolto 5.095 soggetti provenienti da 5 paesi europei (Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, e Regno Unito) intervistati nel mese di Aprile 2021.
I dati relativi agli intervistati residenti in Italia, in totale 1.019 hanno messo in luce che l’86% del campione ha utilizzato la telemedicina per la prima volta dopo l’inizio della pandemia, il 71% ha dichiarato che continuerà ad usare la telemedicina anche in futuro, e il 52% di chi ha utilizzato la telemedicina ha apprezzato la riduzione dei tempi d’attesa per ottenere un appuntamento.
Il 77% degli intervistati ha dichiarato che la telemedicina è stata molto utile in quei casi in cui non era necessaria una visita fisica ed è bastato un solo consulto per risolvere il problema. Inoltre, la maggior parte dei pazienti italiani ha voluto utilizzare la telemedicina soprattutto per evitare un possibile contagio a sé e ad altri (45%) oppure per praticità (41%).
Tuttavia, permane un 78% di italiani che non ha provato la telemedicina ma vorrebbe farlo, anche se permane una percentuale di scetticismo: il 22% degli intervistati che ha dichiarato che non intende utilizzare la telemedicina in nessun caso. analizzando in dettaglio questa quota di scettici, viene evidenziato che il 46% di questi contrari ha dichiarato che nulla potrebbe convincerli ad utilizzare la telemedicina, ma c’è una percentuale di dubbiosi che si convincerebbe se: fosse sicura che il medico abbia ricevuto una formazione adeguata per fornire il teleconsulto (23%), se la telemedicina fosse l’unica soluzione per ottenere un appuntamento con un operatore sanitario specifico (19%) e se fosse certa che i propri dati personali e la propria privacy fossero propriamente tutelate.
Dino Biselli
Source: Pharmastar