I dati raccolti da Bhave sull’impiego della telemedicina in Italia

Bhave, società specializzata nelle analisi di trend nel settore salute e in quelle comportamentali, ha realizzato una ricerca sulla telemedicina e da essa risulta che nel 2021 il 23% delle visite mediche è stato effettuato ”non in presenza”, sfruttando quindi tutte le possibili forme di contatto remoto o digitale, in aumento del 21% rispetto al 2020. Il 67% dei medici, negli ultimi 6 mesi, ha usato la telemedicina per relazionarsi con i propri pazienti.

In media i medici hanno dedicato il 19% del loro tempo ad attività di televisita/telemedicina. MMG, onco-ematologi, reumatologi, diabetologi e neurologi sono le aree terapeutiche i cui medici che maggiormente hanno sfruttato la telemedicina per gestire i propri pazienti. Di contro, nel 2021 le persone che hanno sfruttato la telemedicina per interfacciarsi con il proprio medico sono stati pazienti fragili, affetti da malattie oncologiche, cardiovascolari, del sistema immunitario, o pazienti cronici con poli-patologie, oppure in caso di pazienti pediatrici o affetti da patologie rare.

Va precisato che Lucio Corsaro, Founder e Advisor di Bhave, sottolinea che per il 71% dei cittadini il termine «telemedicina» significa avere un contatto telefonico con il medico, un’accezione di telemedicina riduttiva rispetto alle potenzialità, ma anche ad alcune modalità già in uso. 

Entrando più nel dettaglio dei dati relativi alla classe medica, il 67% dei medici utilizza strumenti di telemedicina; nel 36% dei casi l’uso che ne viene fatto è per confrontarsi/consultarsi con altri colleghi, il 19% per attività di telemonitoraggio in tempo reale e il 14% per attività di televisita/videovisita. L’utilizzo è connesso alla gestione delle emergenze a distanza (88%), per ottenere una seconda opinione (77%) e per effettuare visite di follow up (59%).

Infine, il 31% dei medici dichiara che i principali ostacoli sono di natura legislativi, organizzativi e regolatori. In secondo luogo vengono indicati il mancato riconoscimento economico della prestazione, così come i problemi tecnologici e culturali/formativi sia di coloro che devono erogare il servizio sia degli utenti.

 

Dino Biselli

Source: Pharmastar