Report Deloitte per MedTech Europe: opportunità e sfide per i medical device in Europa

Un report redatto da Deloitte per conto di MedTech Europe, l’associazione europea dell’industria delle tecnologie medicali, evidenzia le difficoltà dell’Unione Europea nell’adottare un approccio aperto all’innovazione, come testimoniato da un quadro politico e regolatorio che potrebbe portare a esitazioni da parte dei potenziali investitori.

Ad oggi l’Europa è il secondo mercato mondiale per i dispositivi medici (159 miliardi di dollari, in crescita del 4,2% CAGR) dopo gli Stati Uniti ($205 mld, 5,0% CAGR). Tuttavia il rapporto segnala che questa posizione potrebbe presto venire insidiata dalla maggiore crescita (6,7% CAGR) dei mercati dell’area Asia-Pacifico ($121 mld).

Il rapporto analizza i diversi determinanti che stanno indirizzando la transizione verso i nuovi modelli di sistemi sanitari: costi sempre crescenti, invecchiamento della popolazione europea, alto tasso di malattie croniche, passaggio a modelli di cura e prevenzione basati sul valore e a nuovi strumenti diagnostici e di sanità digitale.

Inoltre nel documento di tiene conto anche di competizione e i possibili shock delle catene di fornitura e le carenze anche a livello di personale qualificato, sia in ambito tecnico che sanitario. 

Il rapporto di Deloitte identifica sei diversi elementi che contribuiscono a rendere attrattivo il panorama europeo per l’innovazione nel campo dei dispositivi medici:

  • il supporto che molti paesi europei (tra cui l’Italia, che figura tra i primi dieci paesi europei attivi nel campo medtech) hanno dato alle industrie del comparto grazie ad appositi incentivi;
  • numero significativo di network e hub d’innovazione specializzati, che hanno portato alla creazione di oltre 2 mila startup e al deposito del 42% dei brevetti di questo settore industriale (vs 35% degli Usa);
  • eccellenza delle università europee nel preparare nuovi talenti nelle discipline life sciences e della ricerca, con 15 università tra le top 50 di settore nel 2023 (contro le 21 degli Usa e le 9 della Cina);
  • ruolo di innovatore svolto a livello legislativo dalle varie autorità regolatorie europee, le cui normative spesso fungono da ispirazione anche per altri paesi;
  • buon posizionamento dei sistemi sanitari europei, basati sulla copertura universale e minori barriere di costi, su sistemi di cure primarie ben funzionanti e su un basso impatto amministrativo;
  • stabilità e prevedibilità a livello politico quali fattori essenziali per favorire l’unione politica volontaria dei 27 paesi che aderiscono all’UE.

Tra i punti che restano da affrontare nel futuro per migliorare l’attrattività del comparto medtech individuati da Deloitte figura la mancanza di consistenti finanziamenti per l’innovazione. A ciò si affiancano la scarsità di personale specializzato e un quadro regolatorio giudicato complesso e potenzialmente impattante sulla protezione dei segreti commerciali.

Il rapporto indica anche l’opportunità di adottare in modo più ampio a livello europeo sistemi di approvvigionamento basati sul valore. Anche il panorama dei sistemi di rimborso è estremamente frastagliato, con criteri diversi nei diversi paesi e tempi spesso molto lunghi per ottenere i rimborsi.

Su questa base, le raccomandazioni delineate dal rapporto di Deloitte partono dalla creazione di una struttura singola, chiara e responsabile, per il settore medtech, basata sull’infrastruttura normativa esistente. Anche l’approccio alle tecnologie digitali in sanità dovrebbe venire uniformato tra i diversi paesi europei. Inoltre, le normative ambientali dovrebbero venire basate sulle capacità dell’industria e sul processo scientifico, e dovrebbero puntare a incentivare la conformità, l’innovazione e la responsabilità aziendale.

Il rapporto indica anche l’opportunità di promuovere e standardizzare sistemi di procurement basati sul valore, mediante quadri di riferimento per le gare e prezzi basati sul valore. Anche i sistemi di rimborso dei dispositivi dovrebbero venire armonizzati e resi più prevedibili, sulla base della condivisione delle best practice e facendo anche ricorso al potenziale dei dati real-world.

Infine, i giovani talenti nel settore medtech dovrebbero venire attratti per scongiurare future carenze, e dovrebbero anche venire semplificate le procedure a livello nazionale ed europeo associate all’utilizzo degli incentivi statali.

 

La Redazione

Source: Notiziario Chimico Farmaceutico