La pandemia non ha scalfito la fiducia degli italiani nella figura del medico di medicina generale: è questa la principale conclusione che si può trarre dalla lettura di un'indagine realizzata da Euromedia Research e illustrata durante un evento organizzato a Roma in occasione dei 75 anni della fondazione della FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale). La ricerca, condotta tra il 24 maggio e il 7 giugno su un campione di oltre mille medici di medicina generale italiani e su più di 2000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne, mostrano che il 77,5% degli italiani ha fiducia nel proprio medico di famiglia e il 77,4% ha fiducia nel SSN 77,4%.
Il 55,8% considera il proprio medico “speciale” (percentuale che sale al 62,3% tra gli over 65) e il 73,6% si dice soddisfatto del rapporto con il proprio medico durante la pandemia, con il 55,5% che dichiara di essere riuscito ad avere con un rapporto “concreto” con il mmg e la possibilità di farsi visitare. Tutti questi dati sono confermati dal fatto che il 75,5% del campione di cittadini dichiara che il medico di famiglia ha un ruolo importante (il 22,6% ha un rapporto con l'attuale medico di famiglia che dura da più di 20 anni e Più della metà degli intervistati non ha cambiato medico negli ultimi 5 anni ). Per circa la metà degli intervistati negli anni non è mutato il rapporto con il proprio medico (per il 52,2%) mentre per il 22,2% è cambiato in meglio e per il 16,8% è cambiato in peggio. Il 75,1% degli intervistati inoltre si è dichiarato soddisfatto di come riesce a contattare il suo medico e il 77,4% si rivolge prioritariamente alla sua figura se ha bisogno di un consulto.
Ben il 58,4% medici di medicina generale, invece, si dichiara insoddisfatto dell'organizzazione della medicina generale nel proprio territorio durante i mesi della pandemia: l'84,7% non si è sentito supportato e sostenuto dalle istituzioni sanitarie locali. Il 62,1% ha dichiarato di essere riuscito a seguire i pazienti dall'inizio della pandemia attraverso nuove forme di contatto come mail e chat. Il 14, 5% dice però di non averli potuti seguire come avrebbe voluto per la mancanza di dispositivi di protezione individuale.
Dall'indagine risulta, inoltre, che per il 92,5% dei medici le nuove tecnologie sono state importanti nel periodo della pandemia e per il 49,7% lo saranno anche in futuro per monitorare i pazienti. Il 31% dei medici (e il 38% dei professionisti under 40) ritiene che il proprio territorio abbia bisogno di una grande riforma della medicina generale.
Dino Biselli
Source: Quotidianosanita.it