Continuano le difficoltà nella distribuzione dei vaccini a causa delle presunte reazioni avverse che si sono verificate a seguito della loro somministrazione: dopo il vaccino di AstraZeneca, ora è il turno di quello prodotto da Johnson&Johnson, che è stato temporaneamente sospeso dalla FDA americana a (pochissimi) casi sospetti di tromboembolismo registrati dopo la sua somministrazione.
Sei casi di trombosi (su sette milioni di somministrazioni!), che hanno colpito altrettante donne, hanno indotto i Centers for disease control e la Food and drug administration ad interrompere la somministrazione, in attesa che gli esperti di entrambi gli enti si riuniscano entro pochi giorni per esaminare i dati a loro disposizione. A seguito di ciò, EMA ha ripreso in mano il dossier per valutare più a fondo la sicurezza del vaccino J&J, ma non solo: il Chmp dell’agenzia regolatoria sta prendendo in considerazione l’ipotesi (finora si tratta solo di ciò) che anche per questo prodotto, inizialmente monodose, possa essere necessario un richiamo.
Queste difficoltà in termini di sicurezza (che ricordano tanto la tempesta in un bicchier d’acqua che si è scatenata contro il vaccino di AstraZeneca ndr) stanno creando difficoltà al piano di distribuzione concordato dall’azienda con le autorità UE, in quanto la multinazionale americana ha sospeso le consegne del vaccino in Europa in attesa che vengano portate a termine le dovute verifiche, e producendo ulteriori difficoltà ai piani vaccinali dei vari paesi europei: l’Italia, ad esempio, ha deciso di non procedere al momento con la somministrazione delle dosi di vaccino J&J già consegnate, e ciò sarà causa di ulteriori ritardi sulle tempistiche previste dal piano vaccinale.
Dino Biselli
Source: Aboutpharma