La spesa sanitaria nelle cifre della Ragioneria dello Stato

Nei giorni scorsi la Ragioneria dello Stato ha presentato i dati relativi al monitoraggio della spesa sanitaria che, nonostante i fondi messi a disposizione per l’emergenza Covid, non è andata fuori controllo. 

I dati presentano una situazione nella quale la quota della spesa pubblica in rapporto al PIL risulta essere in arretramento: nel 2021 la spesa privata è stata 37,1 miliardi, in crescita del 20% su 2020, mentre la spesa pubblica è stata 126,6 miliardi. Il Fondo sanitario è aumentato di 16 miliardi rispetto ai 110,6 del 2012, crescendo ad un tasso medio dell’1,5% l’anno, ma nel 2020 c’è stata un’impennata del 5,7% e nel 2021 del 2,7%. I dati in valore assoluto, mettono in evidenza che la maggior spesa ha provocato deficit in tutte le regioni per un ammontare totale poco superiore al miliardo di euro, ancora non ripianato.

La spesa per il personale è cresciuta ancora meno, sia perché si sono persi addetti per i pensionamenti, sia soprattutto per il blocco dei contratti dei dipendenti SSN che è persistito dal 2011 al 2018. In particolare, su 10 annualità dal 2012 al 2021 si registra un incremento da 35,65 a 37,65 miliardi. Si tratta di 2 miliardi in 10 anni, pari ad un tasso di crescita dello 0,6% annuo che s’è impennato solo dal 2018 (+2,4%) una volta firmati i primi accordi, e ha avuto un ulteriore picco del 3,6% nel 2020. Anche nel 2021 si è continuato ad assumere, soprattutto a tempo determinato. Parimenti, nelle convenzioni con i medici il tasso di crescita è stato dello 0,8% annuo, con punte del 3,8% dopo il 2020, anno di erogazione delle risorse delle convenzioni di medicina e pediatria di famiglia e di specialistica ambulatoriale; l’esborso nei 10 anni considerati è aumentato da 6,65 a 7,16 miliardi di euro.

Sui farmaci, tra 2012 e 2021 si registra prima un boom della spesa per acquisti diretti delle Asl e delle centrali di acquisto e negli ultimi 2 anni un lieve calo. Nel complesso, tra farmaci ospedalieri e distribuiti direttamente o per conto sul territorio, l’esborso è aumentato dai 7,85 miliardi del 2012 agli 11,8 del 2021 ad un tasso del 4,6%, con un calo però tra 2018, quando era al 10%, e 2021, anno in cui è sceso al 9,3%. 

In parallelo, negli ultimi anni, è tornata a crescere la spesa per la farmaceutica convenzionata che si è assestata sui 7,37 miliardi del 2021 contro gli 8,87 del 2012 e scendendo dall’8 al 5,8% della spesa sanitaria totale. Il calo della spesa farmaceutica si deve negli ultimi 2 anni anche agli effetti del pay-back, il ripiano che le industrie devono alle regioni in deficit su questa voce, ma non va sopravvalutato per via della crescita generalizzata, specie nel 2020, di altre voci di spesa sanitaria che hanno diluito il peso dei valori assoluti. 

Le spese per i consumi intermedi (dispositivi medici, servizi etc) sono passate da 22 a 27 miliardi nei dieci anni considerati, crescendo ad un tasso del 2,4% annuo che in realtà fino al 2019 era simile a zero e nel 2020 e 2021 è cresciuto del 9%. Cresciute ad un tasso minore, invece, le altre prestazioni richieste a privati (ci sono convenzioni con cliniche, servizi sanitari direttamente erogati da presidi Asl, vaccinazioni eseguite da esterni) e passate da 22,5 a 25,4 miliardi. Anche a livello regionale si confermano tassi di crescita limitati e si conferma che la spesa maggiore per i farmaci impatta di più là dove è aumentata di meno.

La spesa dei privati cittadini, out of pocket, registra invece un trend anomalo: -11,6 miliardi nel 2020 e +37,16 miliardi nel 2021 con un balzo distribuito in modo equo tra regioni. Quasi metà delle prestazioni appartiene alla medicina specialistica e le prestazioni del dentista restano un terzo o poco meno del totale delle prestazioni acquistate da privati.

 

La Redazione

Source: Sanità33