L’onda rosa in medicina ha ormai modificato le proporzioni e in Italia i medici sono in maggioranza donne. Non solo: nella farmaceutica, dove le donne sono il 44% del totale addetti, riescono a raggiungere i vertici aziendali molto più spesso rispetto a quanto accade negli altri settori. Basti pensare a Nicoletta Luppi, presidente e Ad di Msd Italia o Elcin Barker Ergun, amministratore delegato del Gruppo Menarini, solo per citare due manager fra le molte che attualmente sono a capo di aziende farmaceutiche presenti sul territorio italiano
In base ai dati elaborati da Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) le donne medico sono 170.686, pari al 52% dei 329.263 medici con meno di 69 anni potenzialmente attivi nel nostro paese. Nel bacino degli odontoiatri, invece, continuano a prevalere gli uomini: 45.696 contro 18.513 professioniste, anche se, lentamente, questo gap si sta attenuando.
Tra le specialità mediche a netta prevalenza femminile, oltre a ginecologia e pediatria, si registra in alcune fasce di età anche per anestesia e rianimazione, chirurgia pediatrica, cardiologia, oncologia e geriatria.
“Nel nostro Servizio sanitario nazionale le colleghe sono ormai la maggioranza, soprattutto nelle fasce di età più giovani. I modelli organizzativi, gli orari di lavoro devono sempre più tener conto di questa realtà. Non è accettabile, ad esempio, che, come rilevava lo scorso anno un sondaggio del sindacato Cimo-Fesmed condotto su un campione di 1.415 dottoresse, il 75% delle assenze per maternità non venga coperto. Questo significa che ogni gravidanza va irrimediabilmente a pesare sulle spalle dei colleghi che rimangono in servizio, che oltre a doversi occupare di un carico di lavoro già estenuante, devono colmare il vuoto lasciato dalla collega legittimamente a casa. Questo innesca un circolo vizioso fatto di sensi di colpa, discriminazioni, carriere bloccate”. - Filippo Anelli, presidente Fnomceo
Passando all'industria del farmaco, invece, la presenza femminile nelle aziende farmaceutiche è favorita dal modello di welfare adottato da queste ultime, che prevede misure ad hoc per la genitorialità e la conciliazione vita-lavoro. A partire da quelle su previdenza e sanità integrativa, diffuse per il 100% dei dipendenti. Per il 73% esistono forme di flessibilità oraria, come part-time e smart working, servizi di mensa, carrello della spesa e trasporto. In molti casi sono presenti asili nido o convenzioni con gli stessi e altri servizi di forte impatto cosiddetti save time quali lavanderie, take away, calzolerie.
Inoltre, il 43% può contare su servizi di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti, mentre i congedi retribuiti sono del 36% superiori alla media dell’industria per le donne e del 31% per gli uomini.
Dino Biselli
Source: Fortune Health Italia