Ma in una campagna vaccinale anti Covid-19 che a livello nazionale sta affrontando alcune notevoli difficoltà nell’approvvigionamento di vaccini e (soprattutto) nell’organizzazione logistica dei processi di somministrazione fattiva, a che punto è il riconoscimento della priorità nella vaccinazione per la categoria professionale degli informatori scientifici del farmaco?
Un articolo scritto da Sara Greta Passarin e Francesco Floris pubblicato su True Pharma ha cercato di fare ordine fra i vari proclami, interrogazioni, modifiche legislative, regolamenti, direttive e quant’altro che stanno determinando una vera e propria anarchia regionale su tale tema.
Una cosa è certa (e visto l’andamento generale seguito finora, anche abbastanza scontato): non esistono numeri ufficiali sull’avanzamento dello stato di vaccinazione della categoria. Un altro fattore certo è che non esistono direttive o anche semplice indicazioni a livello nazionale, e quindi le singole Regioni si sono mosse in totale autonomia senza alcun coordinamento fra loro.
Premesso ciò, le Regioni che si sono attivate per vaccinare in via prioritaria gli Isf sono la Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Calabria, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. In questi ultimi giorni, a questo gruppo si stanno aggiungendo anche Umbria e Molise. Al contrario Emilia Romagna, Liguria, Lazio, Sardegna e Toscana latitano su questo argomento (proprio perché nel piano vaccinale nazionale gli ISF non rientrano tra le categorie prioritarie).
Tale problema poi non riguarda solo gli ISF, ma in genere tutto il mondo delle professioni sanitarie, come i tecnici ospedalieri e gli addetti alla manutenzione ai macchinari.
Dino Biselli
Source: TruePharma